lunedì 19 dicembre 2016

Monumento dell'emigrante a San Marco in Lamis : "La partenza".

In ogni nostro paese, specie in quelli a sud dell'Italia, accanto al monumento al milite ignoto; sarebbe d'obbligo un monumento all'Emigrante e non per intenti celebrativi, ma come segno di riconoscenza e d'amore verso tanti figli strappati alla loro terra d'origine e costretti, per mancanza di lavoro, ad emigrare altrove.
La scena della partenza dal paese era certo il momento più straziante che tanti artisti hanno voluto raffigurate con bozzetti in creta o bronzei e che troneggiano in tante piazze di paesini italiani, a simboleggiare gli oltre dieci milioni di emigrati che,  a cavallo fra il XIX e il XX secolo, lasciarono l'Italia.
Anche San Marco in Lamis, paese in provincia di Foggia, ha il suo monumento dedicato all'emigrante, un complesso monumentale intitolato appunto " la partenza", che l'artista locale Filippo Pirro realizzò nella primavera 2004.
L'opera comprende un gruppo umano in bronzo: l'emigrante, la sua sposa e il loro piccolo, che raccontano il dramma dell'emigrazione che si consumava nei nostri paesi non molto tempo fa e sta tornando purtroppo di attualità.
L'uomo reca in mano la famosa valigia di cartone che testimonia lo strappo dalle sue radici  e come dice Rodari,  vi porterà dentro " un vestito, un pane, un frutto // e questo è tutto // Ma il cuore no, non l'ho portato//nella valigia non c'è entrato.
Assiste a questa scena il paese, non come spettatore passivo; ma come protagonista disperato di questo distacco: case, strade e sassi paiono sofferenti a questa scena.
Nel 2013 il bravo artista ha lasciato la sua famiglia a custodire quest'opera e quanti nutrono amore per l'arte e per la propria terra.
Il gruppo bronzeo resiste bene al tempo, ma il paesaggio che fu realizzato totalmente in terracotta ha subito danni a causa di agenti atmosferici, incuria e vandalismo.
La famiglia chiede aiuto per convertire la parte di terracotta in bronzo, per garantirne la conservazione in futuro.
La famiglia garantisce la direzione artistica e l'esecuzione dei lavori, per l'illuminazione e la cura del verde dove è ubicata l'opera s'è mostrata sensibile al problema un'associazione locale; ma gli alti costi della fonderia richiedono l'aiuto e lo sforzo di quanti, cittadini di San Marco in Lamis vicini e lontani, hanno a cuore questo paese, la sua storia e le sue tradizioni.
Insieme ce la possiamo fare.

maestrocastello

https://youtu.be/eQpT676rBDo

martedì 13 dicembre 2016

VÀZAPP.

"Linea Verde" è approdata in provincia di Foggia. Chi non ha visto "Linea Verde" di domenica 11 dicembre, si è perso un'ora buona di televisione davvero interessante. La nota trasmissione di Rai1, condotta da Patrizio Roversi e Daniela Ferolla, è approdata nella Puglia dauna per raccontare l' iniziativa intrapresa da un gruppo di arditi giovani pugliesi, convinti a non muoversi dai loro paesi, che hanno deciso di coltivare il futuro nella propria terra. Lodevole il coraggio di questi ragazzi che hanno compito di sanare il rapporto spesso conflittuale tra tradizione e innovazione, soprattutto in agricoltura, l'ambito lavorativo dei loro padri e che essi stessi hanno scelto per realizzare i sogni futuri. Si tratta di un progetto innovativo, in linea con la cosiddetta agricoltura 2.0., un sistema di ultima generazione che mira a portare l'agricoltura ovunque, anche nelle aree urbane più congestionate come le grandi città, impiegando sistemi differenti. A supporto di questo progetto, non solo vi è un accordo di collaborazione con l’Università di Foggia, ma anche la presenza attiva di due docenti dell'Ateneo pugliese, proff. Stasi e Lombardi, che fanno da registi al progetto. CONDIVISIONE, RELAZIONE e RICERCA sono le parole d'ordine di questi giovani agricoltori ed è per questo che essi sono in stretto contatto col "VÀZAPP" foggiano, il primo hub rurale in Puglia pensato per accogliere giovani che, grazie alla relazione e allo scambio di sapere, possano diventare fermento per i mondi dell’agricoltura del futuro e del turismo in questa parte della Puglia. Sempre nell'ambito del progetto è nato un format motivazionale e aggregativo "La cena dei contadini" (20 cene in 20 masserie, con 20 nuovi giovani agricoltori ogni volta) che ha già fatto nascere sinergie e dato vita a collaborazioni concrete tra persone che, altrimenti, non si sarebbero incontrate. Alla sua prima edizione, "VÀZAPP" nel 2016 ha messo attorno alla stessa tavola, cena dopo cena, 400 giovani agricoltori per ascoltarli, scambiare esperienze di vita, progetti e conoscenze. Noi di Sant'Agata di Puglia siamo fieri di avere anche un nostro compaesano fra questi agricoltori, il bravo Luigi Daquino, giovane dinamico e pieno di mille iniziative, vero appassionato della vita dei campi che abbiamo conosciuto ed imparato ad apprezzare sui social. Siamo convinti che Luigi metterà in campo tutte le sue energie e la sua creatività per arricchire con le sue idee il progetto e ci auguriamo che altri santagatesi seguano il suo esempio. Nella puntata di domenica, abbiamo visto tutti i giovani utilizzare le moderne tecnologie per comunicare fra loro, mettere in campo  nuove idee in agricoltura, importando colture che non s'erano mai viste prima e metodi di lavorazione innovativi. Puntando sull'innovazione e sulla qualità dei prodotti, questi giovani hanno progetti ambiziosi, progettano di creare un proprio marchio ed un mercato al passo coi tempi, quello online che parli tutte le lingue. La crisi vera è quella delle idee e finché ci saranno tanti giovani con molte idee, le crisi sono tutte superabili. 
In bocca al lupo, ragazzi!

maestrocastello

domenica 11 dicembre 2016

La sinistra, la mano del cuore.

Scrivi con la mano bella!
A scuola un tempo lo dicevano a chi aveva la tendenza a scrivere con la mano mancina.
Essere mancini rappresentava una vera e propria disgrazia nell’Antica Roma: tutte le persone mancine, infatti, venivano considerate inaffidabili e si diceva che portassero sfortuna!
Indicare con il braccio sinistro, così come fare qualsiasi altra cosa (mangiare, ad esempio) con questo braccio era considerato un cattivo presagio e i mancini venivano mal visti da tutti; erano chiamati “Sinistri”, un termine che si usa ancora oggi, ad esempio, per indicare un incidente, un tizio che porta male, uno sguardo cattivo.
Fino a non molti anni fa la scuola imponeva a bambini mancini una sorta di riabilitazione forzata, obbligandoli a scrivere e mangiare con la loro mano più destra. La mano sinistra la legavano con un fazzoletto per non farla utilizzare. Ora la situazione sociale dei mancini è molto migliorata.
I mancini sono considerati più creativi, più abili, più ricchi, in quanto hanno funzioni cerebrali distribuite in entrambi gli emisferi; a differenza dei destrorsi le cui funzioni legate al linguaggio risiedono esclusivamente nell'emisfero sinistro.
Dopo secoli di repressione, numerosi studi hanno infatti confermato che i mancini, il 10% circa della popolazione mondiale, hanno una marcia in più per poter battere i destrimani in numerosi ambiti.
Nella storia si annoverano un'infinità di grandi personaggi che erano mancini, come Aristotele, Giulio Cesare. Alessandro Magno, Carlo Magno, Gandi; e così ne annoveriamo in ogni campo.
Oltre ad Albert Einstein (mancino corretto, come era prassi all'epoca), Obama, Bill Gates, Charlie Chaplin e Marilyn Monroe nel cinema, Bob Dylan e Phil Collins nella musica, i più grandi calciatori come Platini, Maradona e Pelé, e personaggi come Kafka, Kant, Beniamino Franklin e potremmo continuare.
Diciamo che la mano bella era la sinistra, solo che non lo sapevamo.
Buona vita!