domenica 30 ottobre 2016

Quando la zucca si chiamava "Checózza ".

LA CHECÓZZA
La zucca a Sant'Agata la chiamiamo " la checózza " ed oltre a mangiarla, noi bambini ci divertivamo da piccoli a svuotarla dei semi, modellarla con un temperino, fino a farla diventare "nu facciòme": con tanto di occhi, naso e bocca; spesso frastagliata e ci mettevamo dentro una candela ( lu ceròcele); così si trasformava in una vera e propria lanterna. A guardarla bene, questa faccia illuminata, creava fascino oppure metteva spavento e noi la mostravamo in giro con chiaro intento di spaventare amici e parenti.
Senza saperlo,  noi ragazzi anni 50/60 avevamo anticipato la festa di Halloween, una festività celtica, di moda oggi anche in Italia, di cui a quei tempi non conoscevamo ancora l'esistenza.
Halloween, che ha contagiato mezzo mondo, si festeggia la notte del 31 di ottobre e negli Stati Uniti ha assunto forme accentuatamente macabre e commerciali. 
Noi italiani, che non ci facciamo mancare mai nulla, anche se siamo sempre indietro nelle cose che contano, non potevamo lasciarci sfuggire questa ennesima occasione di festa e così Halloween è entrata nella nostra tradizione festaiola. I nostri ragazzi, domani sera si travestiranno da zombi o da lupo mannaro e al grido di "dolcetto o scherzetto " e si divertiranno a cercar di spaventare i loro coetanei.
Molti la vedono come una festa in competizione con le nostre tradizionali feste religiose, forse perché capita proprio a ridosso del 2 di novembre e alla festa di Ognissanti. 
Una volta le feste pagane venivano sostituite da feste cristiane, ora avviene il contrario e tanti vedono la festa di' Halloween come festa pagana, ostile e contraria ad un contesto di riflessione e di preghiera a cui invitano le nostre feste religiose dei prossimi giorni.
In verità non c'è da scandalizzarsi che Halloween sia riuscita nel giro di pochi anni a conquistare il nostro Paese con una rapidità e una capacità di penetrazione impensabili, in effetti non è altro che una ripresa di tradizioni antiche, legate alla vita dei campi, alla fine dei raccolti e all'inizio della nuova stagione della semina; tradizioni che si erano abbandonate o in qualche modo snaturate.
Halloween, già nel nome, non indica che la fine della stagione dei raccolti e l'inizio di un nuovo anno di fatiche nei campi. La sopravvivenza di tante famiglie era legata, allora, all'esito che aveva il lavoro bei campi e i contadini, un tempo, confidavano in tante credenze e cerimonie divinatorie.
Secondo le antiche credenze, in questa notte le anime dei morti tornavano sulla terra con streghe, demoni e fantasmi. Già nel Medioevo indossavano maschere per allontanare la morte e fare riti propiziatori. 
Oggi i bambini e i ragazzi nel nostro Paese si sono entusiasticamente appropriati, o meglio riappropriati, di questa festa, e in questo modo sono tornati ad essere protagonisti di una celebrazione folklorico-rituale e lasciamo che si divertano. 
Sarebbe bello e utile aggiungere al loro entusiasmo e al loro divertimento anche una maggiore consapevolezza rispetto a ciò che stanno facendo e rappresentando e quindi spiegare loro il vero significato di questa festa e che la festa abbia inizio!

Buona vita!





giovedì 13 ottobre 2016

Dario Fo

È morto Dario Fo,a marzo aveva compiuto 90 anni. L'ultima volta che l'ho visto in televisione è stato da Fazio, a "che tempo che fa", proprio in occasione del suo compleanno. Dopo l'intervista ha fatto uno dei pezzi celebri del suo teatro e mentre l'osservavo, mi meravigliavo per la sua lucidità, la memoria sempre pronta e la grande capacità di affabulare lo spettatore.
Poi l'ho visto piangere quando è morta sua moglie Franca e l'ho apprezzato per aver esternato sessant'anni d'amore per la stessa donna.
Sul web oggi leggo di tutto: chi lo esalta e chi lo dileggia; a seconda dell'appartenenza politica; si sa che lui era uomo di sinistra, anche se fuori dal coro.
C'è chi l'ha addirittura ribattezzato da Dario Fo in Dario Fu. 
Lui comunque va ricordato come intellettuale ed grande uomo d'arte. È stato drammaturgo, attore, scrittore, paroliere, scenografo e bravissimo pittore; insomma, un grande uomo di cultura che il mondo ci invidiava.
Centinaia di testi al suo attivo e "Mistero buffo" è il suo capolavoro, dove, alla maniera dei menestrelli medievali, ha inventato un linguaggio nuovo del teatro con stilemi comici propri della Commedia dell'arte italiana, un successo in tutto il mondo che gli valse il Nobel per la Letteratura nel 1997 con questa motivazione: "Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".
Con Eduardo, Dario Fo è stato e resta uno dei massimi esponenti del teatro italiano del Novecento. 
Con Dario Fo, scompare un grande della cultura italiana.
maestrocastello

domenica 2 ottobre 2016

Viva i nonni!

Oggi la Chiesa celebra  i Santi Angeli Custodi e non potevano scegliere giornata migliore da dedicare alla festa dei nonni, dei veri e propri angeli custodi dei nipoti in terra.
Auguri ai nonni di tutto il mondo, a questi bambini nel corpo di grandi, un concentrato incredibile di tenerezza e dolcezza da cui attingere attenzione, affetto, e continua disponibilità.
I nonni sono importanti all'interno di una famiglia, sono dei tutor per grandi e piccini, il collegamento fra generazioni diverse; un prezioso punto di riferimento.
Se non sei nonno o nonna, non puoi capire. Da nonno diventi un altro.
Persone che per una vita sono state di una serietà e compostezza incredibile, si trasformano completamente, davanti al bimbo in carrozzina lo vedi rincretinirsi completamente, fare lo scemo per farlo sorridere.
Il nonno fa per il proprio nipotino ciò che magari non ha mai fatto per il figlio: diventa suo amico e suo complice, suo compagno di gioco, scende al suo livello, conversa continuamente con lui trovando risposte ai suoi perché, lo coccola, lo vizia e lo fa sorridere.
I nonni li ricordi tutta la vita e, quando li perdi,  lasciano un vuoto incolmabile. 
Quando siamo grandicelli, sembriamo a volte scordarci dei nostri nonni, se non a bussare cassa per il cellulare nuovo o per altra impellenza.
Cosa possiamo fare per i nostri nonni? 
Poiché di regali sono loro a farne tanti a noi continuamente, possiamo dedicare loro un po' del nostro tempo, alla nonna fanno piacere i fiori, quando gioca a carte il nonno ama vincere, troviamo più occasioni per stare a pranzo da loro e prestiamo per una volta più attenzione a quel racconto di guerra che conosciamo ormai a memoria e chiamiamoli ogni tanto, anche solo per un saluto.
I nonni godiamoceli finché ce li abbiamo, poi sarà inutile cercarli nel cielo; avranno il cellulare spento.
Viva i nonni!