giovedì 27 agosto 2015

Aria del mio paese.

Aria del paese mio
che dall'alto discendi
e mi ristori.
Aria che racchiudi
i miei sogni di bambino.
Aria che colmi
il vuoto di case
abbandonate.
Di te respirano gli alberi,
I fiori e gli animali.
Aria fina di Sant'Agata di Puglia,
sogno continuo di ogni figlio
sparso per il mondo,
Ossigeno per il cuore
e per la mente.
Aria che mi aspetti
ogni volta che ritorno a casa
ed io che non vedevo l'ora...
Respiro e mi ristoro!

(maestrocastello)

martedì 25 agosto 2015

Riuscirai sempre a trovarmi nelle tue parole, è là che vivrò.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se lo ricordano", così scriveva Antoine de Saint-Exupèry nel suo bellissimo capolavoro "Il Piccolo Principe ". 
Questo è stato il più bel libro che abbia mai letto, perché fa capire in modo semplice quanto contano i sentimenti nella vita e che aiutano a vivere meglio. 

La lettura mi ha tenuto compagnia fin da piccolo, mi ha fatto sentire meno solo durante i quattro anni di collegio e, come dice Jean-Paul Sarte, “I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità”.

Con i ritmi frenetici della vita  di oggi, la lettura è stata completamente messa da parte e questo è un male, perché il libro è una fonte inesauribile di arricchimento non solo sociale, ma anche intellettivo, etico e morale.

Dal rapporto ISTAT del 2014 si scopre che sono diminuiti i lettori in Italia: dal 43 al 41,4 percento. Le donne leggono più degli uomini: 48 percento contro il 34,5. Alla Sicilia spetta la maglia nera col 71 percento che  non legge e, a ruota, purtroppo, viene la Puglia col 70,8 di gente che non legge neppure un libro all'anno.

Chi non legge non sa cosa perde, la lettura regala brividi ed emozioni, idee nuove, consigli pratici ed evasioni, tutte cose necessarie nella vita quotidiana. 
So di alcuni innamorati che leggono contemporaneamente lo stesso libro, per provare le stesse emozioni, nello stesso momento. 

Uno scaffale pieno di libri è sempre lì pronto a comunicarti, in modo immediato e confidenziale, ciò che nessuno riesce a dirti e a darti: pensieri, sentimenti, messaggi, suggerimenti; un itinerario della nostra interiorità, una "mappa" per muoverti nel mondo”.
L'abitudine alla lettura deve iniziare da piccoli e deve essere supportata dall'esempio dei grandi: avere genitori che leggono aiuta, o eccome! 
Il libro è uno strumento tangibile per trasmettere un patrimonio intangibile come il pensiero attraverso la parola.
Quali sono i vantaggi che possiamo avere, soprattutto i giovani, dalla lettura? 
Leggere ci rende più coscienti e consapevoli della realtà che ci circonda, meno soggetti a pregiudizi e condizionamenti e, facendoci muovere nel tempo e nello spazio, arricchisce le nostre esistenze. 
Nella società del 21°  secolo, dove la comunicazione ed, in particolar modo, l’informazione, hanno un ruolo centrale, leggere ed aggiornarsi diventa quasi una necessità vitale, un’attività dettata dall’istinto di sopravvivenza. 
Bisogna leggere sempre, ma deve essere una scelta libera e, soprattutto; un piacere. 
Certo, scriveva Gianni Rodari, “il verbo leggere non sopporta l’imperativo” , non bisogna leggere per forza!
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! - scrive Umberto Eco - Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all'indietro." 
Plaudo alle tante iniziative che invitano alla lettura, dai circoli culturali, ai gruppi di lettura; io penserei addirittura a girare nelle scuole con persone rappresentative di una comunità che leggano ad alta voce davanti ai ragazzi, per dare loro un forte imput alla lettura, che non bisogna vergognarsi a leggere e che leggere aiuta a vivere meglio.

Qualcuno si starà chiedendo se, anche io che vi scrivo,  leggo. Risposta: da sempre.
In questi giorni? "Una vita al contrario" di Alexander Masters.
Buona vita e buona lettura a tutti.

maestrocastello

venerdì 21 agosto 2015

La religiosità dei mafiosi.


La religiosità dei mafiosi dimostra fino alle estreme conseguenze il carattere “formale” che ha assunto la fede cattolica in Italia e non solo nel Mezzogiorno. La malavita fa uso di una religiosità di facciata come fattore di identità e di legittimazione sociale più che come espressione di una sofferta interiorità. I mafiosi sono religiosi? Eccome! La religiosità dei mafiosi fa sì che anche l'uso della violenza come strategia di vita e di successo può essere coperta tranquillamente dalla fede. I mafiosi si riconoscono e si ritrovano in una fede che non chiede loro coerenza e non verifica socialmente ciò che si professa e ciò che si fa. E' noto a tutti la religiosità di Provenzano che scriveva i pizzini sui foglietti della Bibbia che aveva sempre con sé. Proprio in questi giorni sta facendo scandalo il funerale show, stile padrino, di Vittorio Casamonica, capo dell'omonimo clan malavitoso che opera nella zona Sud della capitale, svoltosi a Roma, nella parrocchia di San Giovanni Bosco, al Tuscolano. Carrozza trainata da cavalli, dicono sia la stessa di Totò alla sua morte, gigantografia del boss sulla facciata della Basilica, musica del film “Il padrino”, elicottero che lanciava petali di rose dal cielo e tutto un quartiere imbottigliato che s'è sentito offeso da una tale manifestazione che ha mortifica tanti cittadini onesti. Questa parrocchia è la stessa dove, nel 1990, fu celebrato il funerale ad Enrico De Pedis, detto Renatino, criminale e boss dell'organizzazione criminale denominata “Banda della Magliana”, poi sepolto addirittura nella cripta della Basilica di sant'Apollinare. Cose dell'altro mondo. Questa parrocchia che oggi celebra funerali da film al boss Casamonica, è la stessa che nel 2006 negò i funerali religiosi a Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare, che aveva deciso di porre fine alle sue sofferenze durate un decennio, facendosi staccare la spina del respiratore artificiale che lo teneva in vita. I funerali, pur se in forma civile, si svolsero ugualmente fuori della Basilica ed io c'ero! Quell'atteggiamento della Chiesa fu stigmatizzato anche da tanti cattolici che si rifiutarono di entrare in chiesa, almeno per quel giorno. De Petris e Casamonica sì e a Welby niente funerali. Il parroco ha dichiarato che lo rifarebbe e che è Dio che deve giudicare. Secondo il vaticanista Giacomo Galeazzi, il prete può e deve rifiutarsi di celebrare il funerale religioso se è noto che il defunto aveva una condotta di vita completamente al di fuori dei comandamenti di Dio, una condotta esibita dai suoi parenti durante le esequie. Tali comportamenti, proprio quando Papa Francesco ha da poco pronunciato pubblicamente una sentenza di scomunica per i mafiosi, non fanno che depotenziare la forza del magistero del Papa. Certi comportamenti finiscono poi per destabilizzare il nostro atteggiamento verso questi preti che permettono i funerali religiosi ad un boss mafioso e, magari, li negano ad un divorziato.  
La presenza dei pubblici poteri? meglio non parlarne. Ora sappiamo in modo chiaro chi dispone della nostro quartiere e della nostra città.
buona vita!

giovedì 20 agosto 2015

Mi scappa di sognare.

Vado a dormire
che mi scappa di sognare.
Quasi sempre
non ricordo i miei sogni,
ma so bene perché sogno.
Il sogno è un viaggio nel ricordo,
dentro stanze buie
senza luogo e senza tempo.
Sogno perché di notte
ho il dono dell'ubiquità
e scovo finalmente
i miei fantasmi.
Sognare mi aiuta a vivere
in modo più sereno.
Di notte sogno la vita,
di giorno vivo il mio sogno.

(Giovanni 20 agosto 2015)