mercoledì 28 settembre 2011

Nessuna nuova, buona nuova.


Mai  avremmo pensato che attardandoci al mare avremmo finito per rimpiangere la città! Sarà stato per la mancanza di poter disporre di internet a nostro piacimento? ((troppo poche 40 ore mensili con la chiavetta di Alice), sarà stato che sulla spiaggia c’era  rimasto ormai un popolo di soli vecchietti che vedevi, chi camminare continuamente sul bagnasciuga, chi improvvisarsi pescatore a tempo pieno e chi, ed erano i più, raccogliere semplicemente le conchiglie come se fosse un lavoro vero e proprio? Settembre a Roma è come svegliarsi dopo un sogno, capisci il vero senso della realtà e riassapori il suo gusto amaro. Mentre disfo le valigie accendo il trappolone e spunta la voce di Mentana. “Tremonti è a New York; la Camera dice no all’arresto del suo delfino  Milanese; ma per soli sei voti”. Ma non è cambiato proprio niente, penso, ed intanto apro il frigo. “Caso Lavitola-Tarantini: Berlusconi da parte lesa ad indagato” . E’ una lotta contro i mulini a vento!  Credo che ostinarsi a perseguire quest’uomo è come fare un buco nell’acqua e la conferma arriva nella notizia successiva: “ Il cardinal Bagnasco, a nome di tutta la Comunità Episcopale Italiana, ha espresso severi giudizi sulla vita privata del premier, invitando ad un radicale cambiamento degli atteggiamenti l’attuale classe politica visto che  circola l’immagine di un paese disamorato, privo di slanci, quasi in attesa dell’ineluttabile“. Credo che queste parole giungano a scoppio ritardato; meglio tardi che mai, dirà qualcuno. Ora diranno che si parlava  dei politici in generale, che i preti pensassero piuttosto che non pagano l’ici, pensassero  al problema della pedofilia  nella Chiesa o al finanziamento pubblico delle scuole religiose. Mentre apro le finestre Enrico, detto“mitraglia”, annuncia che “è quasi certo l'invio entro giovedì di una lettera di messa in mora all’Italia per la situazione dei rifiuti di Napoli da parte della Commissione Europea”. Mi ritornano alla mente le parole che il solito imbonitore-nano pronunciò alla vigilia delle regionali: “in 36-48 ore Napoli sarà liberata dalla spazzatura”. Mi conforta solo il pensiero che a darci le direttive giuste siano l’Europa e quel galantuomo di Giorgio Napolitano, non questa manica di imbroglioni prezzolati. Pensate davvero che l'aver aumentato l'Iva al 21 per cento servirà a qualcosa? Vogliono toccare la pensione che il poveraccio s'è guadagnato in tutta una vita e non quella che Cicciolina s'è garantita dopo una sola legislatura! Dopo una cena a base di “friselle alla caprese”, decido che è tempo di riaprire i battenti del mio blog, badando bene a non urtare la suscettibilità di nessun uomo pubblico; pena una multa fino a 12.000 (dico dodicimila) euro, come è proposto al comma 29 dell’art. 3 del disegno di legge sulle intercettazioni di prossima approvazione in parlamento. Alla faccia della libertà di stampa.
Ben trovati!
maestrocastello 

sabato 10 settembre 2011

Lettera a mio figlio nel giorno del suo matrimonio.


Caro Ivan,
oggi, quando ti accingevi al grande passo, un vagone di pensieri  si affollavano nel mio animo  e la forte emozione  impediva di metabolizzare bene tutti i sentimenti che investono il cuore di un padre che assiste al matrimonio di un figlio. Mi rivedevo come te, inginocchiato pur’io, nella chiesetta della parrocchia di mamma, alla fine degli anni settanta, con la forza nei calzoni e tanti bei propositi nell’animo. Niente grandi cene, ma un semplice ricevimento in casa di nonna Mafalda che ci avrebbe lasciati un mese dopo. Dopo una morte c’è sempre una nascita e tu, infatti, eri già in arrivo! Ti abbiamo voluto e non ci è mai pesato tralasciare il nostro sonno per assicurare bene il tuo. Allora ti tenevo per mano ed ora ti cammino accanto, ma sono altrettanto sicuro che le tue sapranno stringere altre piccole mani con uguale tenerezza che riservavo per te. Il prete, come un padre,  ti ha fatto molte raccomandazioni; ma io non mi sento di fartene alcuna. Le parole hanno le ali e non si sa bene dove porterà il vento domani. Hai vissuto un bel pezzo di vita al mio fianco e quello è il più bel discorso che un padre possa fare ad un figlio che decide di volare in un nido tutto suo. Ti abbiamo svezzato a latte ed amore, quello stesso che non mancherai di riversare ai tuoi figli. Nella nostra casa regnava l’allegria che saprai certamente ricreare nella tua. Nella nostra famiglia c’erano anche tanti problemi, tu non te ne sarai mai accorto, ma li abbiamo superati sempre tutti insieme. Serve a poco rabbuiarsi! Mamma ti diceva di dirci sempre tutto ed è già questa una bella lezione di vita. Quando ne combinavi qualcuna delle tue, ti abbiamo sempre perdonato; son sicuro che saprai fare altrettanto. Ho trascorso tempo ad insegnarti a donare amore e pazienza ed è giunto il momento  che tu mi dia il cambio.  Sono certo che sarai un marito fedele ed un tenero padre e saprai donare l’amore che ci hai visto donare. Se ho mancato in qualcosa,  cerca di non ripetere i miei errori. E se d’ora in poi camminerai da solo, sappi che non sarai mai da solo.
Ti voglio bene!
Papà. 

martedì 6 settembre 2011

Lo sciopero è ancora un'arma di mobilitazione di massa?

Lo sciopero di oggi della sola Cgil contro la manovra del governo, quindi semi-generale, ci fa sorgere la domanda, se l’astensione dal lavoro sia ancora un’arma di mobilitazione di massa. Sembrano ormai tramontati i “bei tempi” della lotta, quando i metalmeccanici incrociavano le braccia  “a milioni” ed avevano il potere di mettere in crisi un governo. Il declino delle astensioni dal lavoro è iniziato negli anni ’90 ed ha interessato la quasi totalità dei paesi europei. Nell’ultimo decennio le giornate di astensione in Italia sono calate da 135 a 70 all’anno. I lavoratori hanno visto scemare negli anni la possibilità di incidere sulle scelte delle aziende e difendere i propri diritti, semplicemente incrociando le braccia, come avveniva in passato. Quali i motivi? Sicuramente la globalizzazione è da annoverare fra le cause principali, insieme alla de-industrializzazione  e de-sindacalizzazione. Il declino dell’economia industriale e l’ascesa  dell’economia dei servizi (settore poco sindacalizzato) hanno coinciso negli ultimi decenni col non far tanto più  riferimento al sindacato ed è andato lentamente in declino lo sciopero come forma di lotta in Europa. La globalizzazione ha fornito poi un ottimo alibi per i datori di lavoro che hanno brandito l’arma dell’esternalizzazione (attuata o solo minacciata) per giustificare aumenti di orario, turni notturni o cambiamenti di mansioni, riducendo così il peso negoziale stesso dello sciopero; ricordate Marchionne ed il caso della Fiat dell’anno passato? Le economie di paesi emergenti, quali Cina Brasile, India e Russia hanno poi complicato il quadro già negativo per la caduta dei mercati e dell’occupazione: chi investirebbe in un paese con un tasso elevato di scioperi? Ecco che i capitali stranieri finiscono per dirottare altrove e non in Italia, come dimostra il basso livello di investimenti produttivi stranieri nel nostro paese. Cos’altro resta a chi vuole legittimamente protestare? “Quando l’arma estrema della lotta sindacale è resa inefficace per far avanzare le ragioni dei lavoratori- dice il sociologo Me Masi- il rischio è l‘esplosione violenta della rabbia sociale”. Insomma, il governo interviene in materia di diritto del lavoro in modo, a dir poco, “ambiguo”, con la complicità anche dei partiti che sono all’opposizione e cosa dovrebbe fare una confederazione sindacale, se non ricorrere allo sciopero, unico strumento legittimo e democratico? Dicono gli studiosi che il sindacato non dovrebbe contrastare l’evoluzione economica d’una nazione, ma accompagnare i processi di trasformazione, adottando strategie riformiste. Un sindacato che ha potere ed affidabilità negoziale non ha interesse a scioperare e questo lo dovrebbe tenere a mente tanto il sindacato quanto il governo. Un  sindacato forte può operare meglio nella gestione del conflitto, senza arrivare all’astensione dal lavoro. Quando un governo delegittima un’organizzazione sindacale, rema contro se stesso; non lavora per limitare i conflitti sociali dei cittadini che amministra. Questa sera ci sarà il solito balletto delle cifre: il sindacato soddisfatto dell’adesione allo sciopero e il solito rappresentante del governo che minimizza sulle cifre; ma della rabbia della gente sembra che nessuno ne tiene conto. Bisognerebbe sicuramente ricorrere a forme alternative e più efficienti di difesa degli interessi dei lavoratori, piuttosto che chiedere ai propri iscritti di incrociare le braccia. Una giornata di lavoro perduta costa dolore a chi campa solo del proprio lavoro e alla fine del mese si farà sentire la mancanza di quegli 80 euro sul bilancio familiare e di questi tempi c’è poco da scherzare.
Buona vita!
maestrocastello